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2011年5月23日星期一

Cedolare secca è un vantaggio

Oggi leggendo il sole 24 ore sono a venuto a conoscenza della cedolare secca. Secondo voui per un prorietario è un vantaggio?
Ho capito
Che sui proventi derivanti dai canoni di affitto si pagherà una "percentuale fissa" (si parla del 25 %), indipendentemente dalle somme, grandi o piccole, introitate.
La cedolare secca (percentuale fissa) si distingue dalle attuali "aliquote progressive" (più si percepisce e maggiore è la percentuale che deve essere attribuita al fisco.
Prima chi possedeva un grande patrimonio immobiliare pagava in progressione cioè più hai e più paghi. Per gli immobili locati paghi meno e per i non locati tassa piena.e così via.
Agevola il campo immobiliare o gli da l'ultima stangata? Io sono pessimista.
Effettivamente sembra essere un vantaggio per i grandi proprietari.Non so come sia nei dettagli il provvedimento che prevede la cedolare secca. A me però sembra che una modifica da inserire sarebbe quella di pagare solo sui redditi effettivamente percepiti, invece che sui redditi "previsti da contratto", come avviene tuttora. In quel caso almeno si tutelerebbero i proprietari con inquilini morosi che oggi, oltre che non percepire l'affitto dagli inquilini, sono costretti a pagare le tasse su quello che non hanno ricevuto!p.s. l'impressione è che la cedolare secca, visto che è stata inserita in un provvedimento dell'attuale governo, sia un vantaggio per l'attuale governo!

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2011年5月14日星期六

Caso Oakland, -Ratzinger fu frenato dalle regole di Wojtyla-

Joseph Ratzinger fu frenato dalle regole stabilite da Giovanni Paolo II in merito alla riduzione allo stato laicale dei sacerdoti, al momento di prendere una decisione in merito al caso di padre Stephen Kiesle, prete pedofilo di Oakland (Usa).
In un passaggio della lettera del 1985 resa nota ieri dall'Associated Press', l'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede fa implicito riferimento alla prassi seguita all'epoca in Vaticano. Al vescovo che - su proposta dello stesso sacerdote - domandava l'autorizzazione a non riammettere padre Kiesle al servizio pastorale dopo tre anni di arresti domiciliari, dimettendolo invece dallo stato clericale, l'allora cardinal Ratzinger sottolineava che cio' avrebbe provocato "danno" nella comunità dei fedeli "in particolare per quanto riguarda la giovane età del richiedente". Nato nel 1947, infatti, il sacerdote aveva allora 'solo' 38 anni.
Poco dopo essere salito al Soglio Pontificio (1978) Wojtyla aveva impartito alla Curia l'indicazione di non accogliere, di regola, le richieste di sacerdoti che rinunciavano all'abito talare prima dei 40 anni. Pochissime le eccezioni ammesse, come quella della presenza di figli. La prassi - tuttora in vigore - fu voluta da Giovanni Paolo II perché, negli anni precedenti, il Concilio vaticano II (1962-1965), prima, e i fermenti sociali del Sessantotto, poi, indussero molti sacerdoti a chiedere la dispensa del sacerdozio, così come molti seminaristi ad abbandonare la propria formazione sacerdotale. Un'emorragia di vocazioni che preoccupava il Vaticano e indusse Wojtyla a stabilire un giro di vite nell'accettazione delle richieste di 'spretamento'.
Contro questa prassi si scontrò l'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, il futuro Papa Benedetto XVI. Nel 1981 la diocesi di Oakland chiese al Vaticano che padre Kiesle venisse rimosso. A chiedere la riduzione allo stato laicale era lo stesso sacerdote, che poi sarebbe stato condannato a sei anni per lo stupro di una bambina. Già nel 1983 Ratzinger appoggiò questa richiesta presso le istanze superiori vaticane. Ma la richiesta venne rifiutata. Nel 1985, allora, il prefetto dell'ex Sant'Uffizio scrisse al vescovo di Oakland, John Cummins, indicando che bisognava aspettare. Per il "bene della Chiesa universale".

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